
Per prima cosa, viene garantito – almeno sulla carta per ora – che ogni prestazione sarà fornita nei tempi previsti grazie al nuovo sistema “salta coda”: se al momento della prenotazione non ci sono posti disponibili per una visita o una TAC nell’ospedale, l’Asl dovrà garantire la stessa prestazione al cittadino entro i tempi stabiliti – gratuitamente o con il pagamento di un ticket – in una struttura privata accreditata o sempre all’interno dell’ospedale ma in regime di intramoenia, ovvero la libera professione dei medici all’interno della struttura stessa. Questa è la misura simbolo del piano contro le liste d’attesa varato dal Governo, che prevede però anche obblighi per i cittadini: se non si presentano all’appuntamento per la visita o l’esame, dovranno comunque pagare il ticket.
Come funziona il nuovo meccanismo “salta coda” Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha spiegato il nuovo meccanismo “salta coda”, garantendo che per i cittadini insoddisfatti dell’attesa per le cure, l’Asl “dovrà garantire” la stessa prestazione da parte di un privato accreditato con tariffe concordate o in intramoenia (la libera professione dei medici nello stesso ospedale), con il cittadino che dovrà pagare solo il ticket (se non esente). “Se un paziente deve ottenere una risonanza entro 72 ore, l’avrà dove è possibile e il costo sarà coperto dal SSN”, conferma Schillaci. Attualmente, le prestazioni nel Servizio sanitario sono erogate in base a classi di priorità con tempi ben definiti secondo le indicazioni del medico prescrittore, che deve specificare la priorità nella ricetta: in classe U (Urgente) entro 72 ore dalla richiesta; in classe B (Breve attesa) entro 10 giorni dalla prenotazione; in classe D (Differita) entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici dalla prenotazione; infine, in classe P (Programmabile) entro 120 giorni dalla prenotazione.
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