Affitti Brevi: Via Libera alla Banca Dati Unica

Una Garanzia di Trasparenza per Utenti e Operatori

Il Codice Identificativo Nazionale (Cin) per gli affitti brevi è pronto a entrare in funzione, offrendo maggiore trasparenza agli utenti e un’arma efficace contro il mercato sommerso. Ieri, la Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole sul decreto riguardante l’interoperabilità della Banca Dati Nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve per finalità turistiche (Bdsr). Questo passo sblocca una questione in sospeso da anni, tentata più volte dai governi precedenti e rilanciata recentemente con il decreto Anticipi collegato alla legge di Bilancio 2024.

Il Codice Identificativo Nazionale (Cin)

L’introduzione del Cin mira a richiedere un codice identificativo unico dalla Banca Dati Nazionale, da utilizzare sia per la pubblicazione degli annunci che per l’esposizione all’esterno delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve. Questo riguarda oltre 500.000 affitti in Italia, secondo i dati Aigab, che ora dovranno dotarsi di un codice identificativo. Prima di arrivare all’attuazione completa del Cin, sarà necessaria una fase intermedia e sperimentale, poiché attualmente quasi tutte le regioni dispongono di una propria banca dati. In questa fase, verrà sviluppata l’interoperabilità tra i vari sistemi software. La fase sperimentale partirà immediatamente, iniziando dalla Puglia il 3 giugno alle ore 9. Successivamente, il sito del ministero comunicherà l’attivazione della piattaforma per le altre regioni e province autonome.

Dichiarazioni Ufficiali

«La Banca Dati delle strutture ricettive è il risultato di un importante lavoro tecnico coordinato dal ministero e condotto in sinergia con Regioni e Province autonome», ha dichiarato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Con questa piattaforma basata sull’interoperabilità, «finalmente dotiamo il sistema ricettivo e l’industria turistica di uno strumento di contrasto all’abusivismo e di tutela del consumatore».

Ultimo Termine: 1° Settembre 2024

La sperimentazione rappresenta solo l’inizio del processo previsto dal decreto. Nelle scorse settimane, il ministero ha annunciato l’intenzione di pubblicare il provvedimento entro il 1° settembre. Questo passaggio è cruciale, poiché dalla data di pubblicazione decorreranno 60 giorni per l’entrata in vigore del nuovo sistema, con l’applicazione delle sanzioni. Chi affitta una struttura senza codice identificativo rischierà una multa che va dagli 800 agli 8.000 euro. Chi non include il codice negli annunci sarà soggetto a una sanzione compresa tra 500 e 5.000 euro. Inoltre, diventerà obbligatorio dotarsi di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, oltre che di estintori portatili. Per chi esercita l’attività turistica in forma imprenditoriale, la mancata conformità a questi requisiti potrà comportare una sanzione fino a 6.000 euro.

Le Reazioni del Settore

Le reazioni sono state positive: «Con l’avvio della Banca Dati delle strutture ricettive e l’emissione del Codice Identificativo Nazionale (Cin), il settore avrà uno strumento di trasparenza per proteggere imprese e consumatori», ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Aigab, l’associazione italiana degli affitti brevi, ha accolto favorevolmente la fase di test graduale per l’implementazione della banca dati. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha affermato che questa iniziativa dimostra che si sta procedendo nella giusta direzione.

L’Interoperabilità dei Dati

Nella fase iniziale, le regioni invieranno alla banca dati nazionale un set di dati minimi necessari per l’identificazione delle strutture. Questo costituirà la base per la creazione dell’archivio nazionale. Le regioni potranno inoltre trasmettere ulteriori dati complementari. Questo processo porterà all’interoperabilità del sistema. Dopo questa fase, i titolari delle strutture con codici regionali preesistenti potranno accedere alla piattaforma tramite Spid, visualizzare le strutture associate al proprio codice fiscale, integrare eventuali dati mancanti e ottenere il Cin. Chi non possiede un codice potrà fare richiesta ex novo. I titolari e gestori di strutture che hanno seguito le comunicazioni legali ma non trovano il proprio immobile nella banca dati o non riescono ad accedere al database in quanto soggetti non abilitati, dovranno segnalare la situazione alle regioni e alle province autonome competenti attraverso una procedura telematica prevista dal sistema operativo.


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