“flagging out” Guardia di Finanza individua 31 imbarcazioni non dichiarate, sanzioni per 350.000 euro

La tassazione delle barche in Italia coinvolge diversi aspetti fiscali, principalmente legati alla proprietà e all’uso di imbarcazioni da diporto. Ecco i principali punti da considerare:

  1. IVA all’acquisto: Quando acquisti una barca nuova o usata, devi pagare l’IVA. Il tasso standard è del 22%, ma può variare a seconda delle specifiche della barca e della legislazione vigente.
  2. Imposta di registro: Se registri l’imbarcazione in Italia, potresti dover pagare un’imposta di registro, che varia a seconda che l’imbarcazione sia nuova o usata e del suo valore.
  3. Tassa di possesso (tassa di stazionamento): Questa è una tassa annuale dovuta per possedere una barca in Italia, calcolata in base alla lunghezza e al tipo di imbarcazione. È nota anche come “diritti di stazionamento” o “imposta di circolazione”.
  4. Dichiarazione dei redditi: I proprietari di barche devono dichiarare il valore dell’imbarcazione nella loro dichiarazione dei redditi annuale, specialmente se la barca è considerata un bene di lusso o se viene utilizzata per generare reddito (ad esempio, noleggio).
  5. Controlli fiscali: Le autorità fiscali italiane possono effettuare controlli per assicurarsi che tutte le tasse relative alle barche siano state pagate correttamente. Questo include verificare che le barche battenti bandiera estera di proprietà di residenti italiani siano state dichiarate ai fini fiscali.

Il “flagging out” è una pratica comune tra i proprietari di barche, che registrano le loro imbarcazioni sotto bandiere straniere per beneficiare di regimi fiscali più vantaggiosi all’estero. Tuttavia, se il proprietario è residente in Italia, deve ancora dichiarare la barca nella sua dichiarazione dei redditi e potrebbe essere soggetto a controlli e sanzioni se non rispetta le norme fiscali italiane.

L’articolo riporta un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza del Reparto Operativo Aeronavale di Rimini, con il supporto di militari territoriali dell’Emilia-Romagna, nel settore della nautica da diporto. L’azione si è focalizzata sul controllo di imbarcazioni battenti bandiera estera, ma di proprietà di cittadini residenti in Italia, un fenomeno in crescita negli ultimi anni noto come “flagging out”. Questa pratica, sebbene legale, richiede ai proprietari italiani di dichiarare le imbarcazioni nelle loro dichiarazioni fiscali.

Le ispezioni, effettuate sia in mare che a terra in porti, darsene, rimessaggi e cantieri navali, hanno portato alla registrazione di oltre 200 imbarcazioni estere. Approfondimenti successivi hanno rivelato che 31 di queste unità, principalmente sotto bandiera di Polonia, Francia, Belgio e Slovenia, non erano state dichiarate per uno o più anni fiscali. Il valore dei beni non dichiarati supera 1,2 milioni di euro, con sanzioni amministrative imposte per oltre 350mila euro.


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