Carcere per i debiti con il fisco: la nuova misura del governo

Il 23 maggio, durante il pre Consiglio dei ministri, il Governo ha esaminato una nuova misura nell’ambito della riforma fiscale delegata dal Parlamento. Questa riforma prevede l’introduzione di reati penali per chi ha debiti con il fisco. La legge delega permette al Governo di legiferare su specifici temi stabiliti dalle Camere. In questo caso, la norma introduce sanzioni penali per i debiti fiscali non saldati.

La norma, inclusa nel decreto Leo, dal nome del viceministro dell’Economia, prevede pene da 6 mesi a 2 anni di carcere per chi ha debiti fiscali superiori a 150mila euro. La bozza del decreto specifica che “è punito con la reclusione chiunque non versa, entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di sostituto di imposta, ritenute risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituti per un ammontare superiore a 150mila euro per ciascun periodo se il debito tributario non è in corso di estinzione mediante rateazione”.

Inoltre, un’altra misura riguarda i debiti sull’Iva. La stessa pena, da 6 mesi a 2 anni di reclusione, è prevista per i debiti non saldati relativi all’Imposta sul valore aggiunto, se superano i 250mila euro.

Il ripensamento sul Redditometro

Queste proposte arrivano dopo il ritiro della norma sul Redditometro, già pubblicata in Gazzetta ufficiale. Il ministero dell’Economia aveva reintrodotto questo strumento, ideato negli anni ’70 e rimosso nel 2018, che consente all’Agenzia delle entrate di confrontare le tasse pagate da un contribuente con il suo stile di vita per individuare possibili evasori.

La norma è stata bloccata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni su pressione degli alleati di Governo. Molti osservatori hanno criticato il Redditometro come strumento inefficace nella lotta all’evasione fiscale, sottolineando che il suo utilizzo da parte dell’Agenzia delle entrate è stato limitato e ha contribuito solo marginalmente al recupero delle somme evase.


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